Home Ritratto di famiglia GIRO 2018: OMAGGIO A BARTALI, UN UOMO GIUSTO CHE NON VOLEVA MEDAGLIE

GIRO 2018: OMAGGIO A BARTALI, UN UOMO GIUSTO CHE NON VOLEVA MEDAGLIE

da Lisa Bartali

Oggi 4 maggio 2018, parte il Giro d’Italia da Israele, in omaggio a Bartali. Proprio la tappa di oggi, la prova a cronometro con partenza da Gerusalemme, è a lui dedicata. La stampa si scatena, e non tutti nella foga di dare notizie approfondiscono. Emergono da alcuni articoli che leggo, dettagli imprecisi e una visione superficiale.

Lo Yad Vashem, che già aveva dichiarato Gino «Giusto tra le nazioni» gli ha conferito ora la «Cittadinanza d’Israele»

Un peccato che l’invito per alcuni di noi familiari sia giunto in ritardo, ovvero dieci giorni fa circa. Per quanto questa l’onorificenza sia un riconoscimento importante, credo che Gino non sarebbe stato entusiasta di essere nominato cittadino onorario di Israele. Delle sue opere di bene non ne ha mai accennato in vita e sono convinta che non avrebbe gradito neppure adesso tanto clamore.

Di fatto Gino, contro la sua volontà, è diventato per la nostra società un simbolo internazionale che racchiude tanti significati. La cosa difficile è rappresentare Gino in un modo che comprenda tutti questi valori di cui lui si è reso artefice. Senza andare a snaturare l’uomo che è stato, quello riservato, quello umile e “forte” anche nelle sue stesse scelte di “non apparire”.

Certe medaglie si appendono all’anima e non alla giacca

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Mio nonno ha incarnato valori in cui egli stesso credeva profondamente: lealtà, umiltà, coraggio, fratellanza, uguaglianza, solidarietà. Ha contribuito a salvare 800 ebrei e non solo. Una cinquantina di soldati inglesi e alcuni perseguitati politici. L’accanimento contro la comunità ebraica da parte dei nazifascisti è stata una piaga per l’umanità, per me inconcepibile tanta crudeltà.

Gino avrebbe comunque salvato qualsiasi persona in difficoltà,

a prescindere dalla sua etnia, origine di provenienza territoriale, ceto sociale, religione, appartenenza politica. Perché lui era un vero uomo solidale con i propri simili. Il destino volle che Gino si trovò a vivere nel periodo storico della Seconda Guerra Mondiale, in cui i perseguitati erano principalmente gli ebrei.

Molti mi chiedono perché mio nonno non abbia mai parlato in tanti anni delle sue imprese umanitarie. Io credo ci abbia già risposto con il suo silenzio. Gli uomini buoni di cuore che offrono la loro vita per salvarne altre mille, o fosse anche solo una, non hanno bisogno di celebrazioni.  Un uomo la cui anima è nobile non ha necessità di enfatizzare le sue gesta, anzi nel minimizzarle consiste la sua grandezza!

In questi mesi anch’io con piacere ho preso parte ad una serie di iniziative per ricordare mio nonno, nel suo paese di origine Ponte a Ema e nella sua Firenze, in cui volle restare a vivere.  Amava la sua città, la sua gente e la bellezza del territorio toscano. Questi eventi non consistono nel celebrare Gino nel senso mero del termine, ma hanno lo scopo di tramandare il suo essere esemplare nella vita quanto nello sport all’interno della comunità. Inoltre è un bene far conoscere Gino ai giovani. Soprattutto dare ai ragazzi che iniziano a praticare lo sport del Ciclismo un esempio, che sia di stimolo nell’affrontare le fatiche in sella, e di aiuto per correre in modo più pulito e onesto possibile.

Più che offrire un «omaggio a Bartali» bisogna attraverso Gino tramandare i suoi messaggi.

Insieme alle Associazioni di Ponte a Ema, Quartiere 3 e Comune di Firenze, abbiamo organizzato un calendario eventi mirato a ricordare Gino.  Non si tratta di solenni cerimonie ma di coinvolgere i cittadini. L’evento centrale del calendario è la 2a Staffetta Bartali del 12 Maggio, una pedalata ideata da Uisp in collaborazione con Biciclettami e vari enti tra cui anche Telethon. Di seguito la locandina del programma completo degli eventi Maggio 2018.

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