Home Due ruote e un Diario IL GIRO DEL MONDO IN BICICLETTA: LA STORIA VERA DI ANNIE LONDONDERRY

IL GIRO DEL MONDO IN BICICLETTA: LA STORIA VERA DI ANNIE LONDONDERRY

da Lisa Bartali

Annie “Londonderry” Kopchovsky fu la prima donna  a fare il giro del mondo in bicicletta, sfidando le proprie capacità fisiche, le esigue risorse economiche e i molti pregiudizi di un’epoca vittoriana. Ebrea lettone, emigrata negli Stati Uniti, sposata con Max  e madre di tre bambini, a ventitré anni decise di intraprendere un viaggio lungo 15 mesi in sella alla bicicletta. Questa è la storia vera di

Annie Kopchovsky, partita da Boston il 25 Giugno 1894 per compiere il giro del mondo in bicicletta.

Una vicenda dimenticata nel tempo che è recentemente tornata alla luce grazie alle ricerche di Peter Zheutlin, pronipote di Annie. Tanti furono gli articoli di giornale dedicati alla straordinaria e bizzarra impresa della Kopchovsky. Proprio attraverso i quotidiani locali è stato possibile ricomporre quest’ avventura nata da una presunta scommessa di 10,000 dollari che doveva risolvere una disputa tra due gentiluomini di Boston. La questione era: ” può, o non può, una donna compiere il giro del mondo in bicicletta come dieci anni prima aveva fatto Thomas Stevens?

Annie-Londonderry

Ritratto-Annie-Londonderry

Annie tentò l’impresa lasciando marito e tre figli, e assumendo il nome Londonderry, come la ditta di acqua minerale ” Londonderry Lithia Spring Water Company “che le aveva dato una ricompensa in cambio di pubblicità. La giovane dichiarava alla folla di 500 persone accorse il giorno della partenza:

Devo completare il giro del mondo in quindici mesi, ritornando con 5000 dollari e partendo solo con i vestiti che ho indosso. Non posso accettare alcunché gratuitamente da nessuno.

Queste le condizioni principali del viaggio. Altre se le impose Annie stessa, come non proferire parola a proposito dell’essere sposata e madre. Anche se l’intenzione non era abbandonare per sempre la famiglia, ma tornare in patria vincendo la scommessa, questa notizia avrebbe provocato scandalo. Stanca di una vita difficile nei quartieri poveri di West End, Annie decise di tentar fortuna e fama.

Mentre la popolarità del ciclismo raggiungeva il culmine a metà degli anni Novanta del XIX secolo,

e le donne guidate da personalità come Elizabeth Cady Stanton e Susan B. Anthony sfidavano l’ordine sociale precostituito, per Annie la bicicletta rappresentò il mezzo ideale con cui trovare successo. Nonché rappresentò una possibilità per rimodellare la propria identità. Partita da Boston, si fermò a Chicago per racimolare un po’ di denaro lavorando come cameriera prima di affrontare il lungo viaggio. I primi tragitti in bici furono davvero un’impresa!

cartolina-Annie-Londonderry

cartolina-Annie-Londonderry

Vestita in perfetto stile vittoriano dell’epoca, con una lunga gonna nera, una camicia avvitata, blazer e cappellino in paglia, Annie partì con una bicicletta Columbia e nessun allenamento alle spalle. Solo determinazione e ambizione riuscirono a portare Mrs. Londonderry con la sua bicicletta di 19 kg fino a Chicago. In città lasciò la bici Columbia per salire su una Sterling avorio e oro, assai più leggera, ma col telaio a diamante tipicamente maschile. Questo necessitava un sostanziale cambio di abbigliamento..

Nel frattempo i giornali americani iniziarono a narrare gli spostamenti di Annie con toni di stupore, ammirazione ma anche di incredulità di fronte ad un’impresa che nessuna donna aveva mai tentato. Ecco cosa affermava il Daily News:

E’ piuttosto probabile che questo tour intorno al mondo non sia affatto contemplato, ma che sia solo un progetto ideato dal produttore della bicicletta per pubblicizzare il suo marchio.

Che se ne parlasse come un’eroina o come una truffatrice, il nome Mrs. Londonderry divenne famoso e ad ogni nuova destinazione la giovane veniva accolta come una celebrità. Non mancavano i disappunti, i pregiudizi, i commenti spregevoli nel vedere una donna in bicicletta compiere da sola un simile viaggio. Inoltre Annie, per motivi di praticità, aveva abbandonato le ingombranti gonne con cui era partita. A New York, pronta per imbarcarsi per il porto francese di Le Havre, Annie giunse in pantaloncini a palloncino e maglia di lana aderente. La Kopchovsky sapeva che

la gente era innamorata delle avventure intorno al mondo e di chi le intraprendeva,

e sperava che una volta dimostrato il proprio valore, la stampa e il pubblico avrebbero seguito i suoi sforzi con grande interesse. Per darvi un’idea del periodo storico, pochi anni prima, nel 1872, Jules Verne aveva catturato lo spirito del tempo scrivendo il giro del mondo in Ottanta giorni. Nello stesso periodo Thomas Stevens fu il primo uomo a pedalare intorno al mondo impiegando tre anni e 21.700 km in bicicletta.

Vogue-1894

Vogue-1894

Come si guadagnava un alloggio per la notte? Vendendo spazi pubblicitari sulla sua bicicletta, fotografie che la ritraevano, spille e, più tardi, intrattenendo conferenze sui suoi viaggi. Quando non era possibile trovare un alloggio a volte dormiva all’aperto, in un fienile o… in un cimitero. Diverse volte fu sul punto di abbandonare la scommessa. I percorsi in bici non solo erano faticosi, ma contorti. Prevedevano l’attraversamento di fiumi, binari e territori desertici.

Questa scommessa poneva Annie al centro dell’ampio dibattito collettivo sull’uguaglianza delle donne.

Incarnando il simbolo della “Nuova Donna” Annie raccoglieva le speranze e aspirazioni di milioni di americane. Proprio a metà degli anni ’90 dell’ Ottocento fu il boom della bicicletta in America. Solo nel 1897 vennero venduti più di 2.000.000 biciclette negli Stati Uniti. Una ogni trenta persone. La popolarità del ciclismo era tale che si allestivano periodicamente grandi esposizioni dedicate alla bicicletta, centinaia di produttori stavano traendo profitto da questo sviluppo, si aprivano di continuò fabbriche e negozi di biciclette.

Lo sviluppo della due ruote interessò ben presto anche le donne, amanti di questo mezzo tramite il quale guadagnarono non solo una mobilità fisica che ampliò i loro orizzonti al di là del quartiere in cui vivevano, ma contribuì a scoprire un appagante senso di libertà.

La bicicletta ricoprì un ruolo primario nell’emancipazione femminile del XIX secolo.

Nel 1896 Susan B. Anthony dichiarava che andare in bici “ aveva fatto di più per l’emancipazione femminile delle donne di qualunque altra cosa al mondo”. Le donne osarono un abbigliamento più libertino, le gonne si fecero più corte, si scoprivano braccia e decolleté. Via i corsetti e le camicie dai colletti alti.

L’abbigliamento sportivo coinvolse un’ampia varietà di donne in una discussione sul modo di vestire . In un tempo in cui raramente le donne comuni sfidavano i dettami della moda, la novità degli sport offrì un’occasione per ripensare all’abbigliamento femminile

Sarah Gordon, studiosa di Storia delle donne

Molte riviste del tempo inoltre affermavano che la bici era dannosa per la salute della donna. Non solo l’andare in bicicletta poteva, secondo alcuni, sopprimere il ciclo mestruale, ma anche provocare danni ai reni e al tratto urinario. Questa campagna contro il gentil sesso non fermò il movimento femminile che a gran voce chiedeva diritti di parità nell’abbigliamento ciclistico, oltre che naturalmente il diritto al voto. In questo clima socio-politico

la fama di Mrs. Londonderry cresceva al pari del suo talento nell’andare in bicicletta.

Il suo fisico esile si fece più muscoloso. Divenne un abile ciclista tanto da tener testa ai coetanei maschi. Un talento naturale per la bicicletta e una intraprendenza notevole per gli affari. Pur di portare a termine la scommessa nei tempi prestabiliti Annie, ad un certo punto del suo viaggio, iniziò a scombinare le carte. Se l’attraversamento degli Stati Uniti fu intrapreso in bici, non si può confermare altrettanto della traversata orientale. Dopo aver pedalato da Parigi a Marsiglia il percorso proseguì verso oriente su una nave a vapore. Mrs. Londonderry sostò in lacune località come Gerusalemme, Bombay, Calcutta, Ceylon e Singapore.

In questi luoghi, più che in sella alla bicicletta, pare abbia trascorso il suo tempo aggregandosi ad altri viaggiatori, andando a caccia di tigri o attraversando la giungla in groppa ad elefanti. Sempre con mezzi alternativi, terno o navi, raggiunse la Cina, in cui s’ interessò alle vicende politiche del paese, in particolare allo scontro tra l’esercito cinese e quello giapponese. Decise di trarre vantaggio dell’avversa situazione in cui s’era avventurata inventandosi reporter di guerra. Raccolse materiale fotografico e tenne un diario dei giorni di guerra che avrebbe condiviso pubblicamente organizzando conferenze al suo rientro in America. Cosa che accadde. Dopo aver sfiorato il Giappone, Annie ripartì verso San Francisco su una nave a vapore, dove l’aspettava la parte più difficile del viaggio :

pedalare sulla Sterling attraversando la California meridionale e il deserto dell’Arizona.

donne-in-bicicletta-fine-Ottocento

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Annie raggiunse El Paso, il New Mexico, Las Vegas. Sulla strada incontrò banditi, sfiorò per poco l’impatto con un treno mentre pedalava sui binari, si ammalò di polmonite e subì una pesante caduta dalla bicicletta.

Quando arrivò di nuovo a Boston, dopo aver compiuto il giro del mondo in bicicletta, il contachilometri della sua Sterling segnava 15.455 km. In quindici mesi Annie affermava di aver coperto una distanza di 41.841 km attorno al globo. Aveva guadagnato i 5000 dollari richiesti ( forse qualcosa in più che aveva provveduto a spedire alla famiglia) e aveva vinto i 10.000 dollari della scommessa. Benché si fosse servita dell’aiuto di qualche treno e nave Annie, ribelle, anticonvenzionale, scaltra, resta la prima donna ad aver compiuto il giro del mondo in bicicletta.

Su una bici da uomo e vestita come un uomo, sfidò i pregiudizi della società di fine Ottocento, ottenendo circa 400 proposte di matrimonio durante i suoi 15 mesi di viaggio. Inoltre è da considerarsi tra le pioniere nel marketing sportivo per le atlete di sesso femminile.  A fine corsa tornò dalla famiglia e aprì una fabbrica di abbigliamento a New York. La sua fama sfumò nel tempo.

E’ stata una fortuna imbattersi nel libro che narra la sua storia. E con un certo orgoglio femminile condivido con voi questa impresa ciclistica. Se Annie vinse per davvero i 10.000 dollari non è del tutto chiaro. La stampa del tempo si divise su questa affermazione. Forse l’intenzione era mistificare una vittoria “rosa”? In ogni caso il viaggio di Mrs. Londonderry fu un successo!

 


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2 commenti

Andrea 9 Aprile 2020 - 18:05

meraviglia

Reply
Pietro Fabbro 15 Febbraio 2023 - 19:49

Ciao ,

Vedo il tuo sito web https://www.biciclettami.it ed è impressionante. Mi chiedo se ci sono opzioni pubblicitarie disponibili sul tuo sito come guest post, contenuti pubblicitari?

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Pietro Fabbro

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