Domenica 27 Gennaio 2019, Giornata della Memoria, è stato presentato il libro “Gino Bartali, una bici contro il fascismo” di Alberto Toscano, con prefazione di Gianni Mura (Baldini +Castoldi editore). Nella splendida sala ex Chiesa delle Leopoldine in Piazza Torquato Tasso a Firenze, un allestimento fotografico introduce gli ospiti in un’ atmosfera d’altri tempi. Eppure la storia che sta per essere narrata, trasmette ancora oggi grandi valori. La storia di
Gino Bartali, protagonista del libro di Alberto Toscano.
Una presenza, quella di Gino, quasi tangibile, che si fa ancor più viva nell’avvicinarsi al palco, dove la sua ultima bicicletta da corsa accoglie gli invitati assieme ad una grande bandiera israeliana. La serata ha inizio con la presentazione di numerosi ospiti. A introdurre le varie personalità, Federico Faldi, Presidente dell’ Associazione “Firenze in Armonia” che ha coordinato l’evento insieme a Claudio Miceli, Presidente Associazione “Gli amici di Lillo” e al Presidente del Quartiere 1 Firenze Maurizio Sguanci.
Tra i relatori della presentazione il Dott. Cosimo Ceccuti e il Dott. Carlo Iannazzone, che con queste parole apre la presentazione:
In questo giorno della Memoria siamo qui per ricordare le vittime dell’Olocausto, ma anche coloro che, come Gino Bartali, si schierarono dalla parte del bene contribuendo a salvare centinaia di vite
Bartali aveva fatto la sua scelta: credere.
Credere in Dio. Credere nel bene, ma anche nel domani. Era devoto alla Madonna e a Santa Teresina del Bambin Gesù. La tragedia della perdita del fratello minore Giulio, morto durante una corsa a soli vent’anni, cambiò profondamente la sua vita. Già molto religioso, Gino avviò il suo percorso spirituale nel 1936, diventando terziario dell’ordine dei Carmelitani Scalzi l’anno seguente. Come è stato ricordato durante la conferenza:
Gino traeva la sua forza dalla sua profonda fede
Il suo percorso fu sempre coerente. Egli nella sua vita quotidiana metteva in pratica i valori in cui credeva, aiutando il prossimo. Non fu da meno quando il destino lo mise di fronte ad una scelta, ad una richiesta di aiuto da parte del Cardinale Elia dalla Costa, tra i coordinatori principali della DELASEM – Delegazione per l’Assistenza degli Emigranti Ebrei-. Gino scelse il bene, con tutti i suoi rischi.
E infatti tra il 1943 e il 1944 con la sua bicicletta il nonno Gino aveva viaggiato tanto. Centinaia di chilometri al giorno, da Firenze verso l’Umbria e il Lazio, trasportando passaporti e documenti falsi per far espatriare gli Ebrei che si erano rifugiati nei conventi.
Durante i vari interventi sul libro, notevoli intrattenimenti musicali hanno allietato il pubblico. I maestri Nicola Cellai alla tromba e Roberto Fabbriciani al flauto, si sono esibiti passeggiando tra le magnifiche colonne in pietra serena, incantando gli spettatori con brani di Debussy ed Ennio Morricone.
Tra gli ospiti: Monsignor Vasco Giuliani, David Liscia Vicepresidente della Comunità Ebraica a Firenze, Adam Smulevich addetto stampa dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane, Giampaolo Ristori Presidente dell’A.S. Aurora , Narciso Parigi cantante e grande amico di Gino, Giancarlo del Balio Vicepresidente Federazione Ciclistica Regionale, Mauro Galli addetto alla giuria della Firenze-Mare ed ex pilota Frecce Tricolori, Mario Pagni ex Soprintendenza Nazionale, Iacopo Alberti Consigliere Regionale Lega Nord, Alberto Tirelli ex Consigliere di Firenze.
Presente in prima fila anche mio padre Luigi Bartali, la cui testimonianza ha contribuito all’unicità del manoscritto. Molti libri sono stati dedicati a Bartali. Difficile quindi affrontare nuovamente un personaggio così noto. Il Libro “Gino Bartali – una bici contro il fascismo” di Alberto Toscano (giornalista e saggista che vive a Parigi da 33 anni) si diversifica dagli altri testi sostanzialmente perché lo scrittore decide di rivolgersi al pubblico francese.
In Francia Gino è conosciuto per le sue imprese sportive, ma ancora poco lo si conosce per il suo impegno umanitario
L’autore prende parola esponendo con grande entusiasmo la figura di Gino. Non solo un “infaticabile” atleta, ma anche un “intramontabile” uomo, capace di compiere nella vita e nello sport imprese grandiose. Gino è consapevole di avere un ruolo importante, ma del resto ogni singola persona appartenente alla rete di salvataggio è indispensabile. Nelle vesti di messaggero collabora insieme ad un’altra grande personalità, ricordata con ammirazione: il Rabbino di Firenze Nathan Cassuto, che fu poi deportato nel campo di concentramento di Gross Rosen, in cui morì nel 1945.
” Molti mi chiedono il perché Gino non abbia mai parlato di queste missioni di salvataggio in tutta la sua vita ” prosegue Toscano ” Gino era parte di una rete. Si metteva al pari degli altri, non al di sopra. Non disse mai una parola per glorificarsi delle sue benevoli azioni, perché non voleva far torto agli altri silenziosi e indispensabili operatori della Delasem”
Pubblicato in Francia lo scorso Aprile, “Un vélo contre la barbarie nazie”,
da oggi è disponibile anche in lingua italiana. A Settembre uscirà in Inglese, mentre l’e book è già acquistabile on-line. Un libro che, a detta di molti si legge come un romanzo, tutto d’un fiato. Con gli occhi pieni di gioia e stringendo il mio volume con dedica, mi tornano in mente le parole di Adam Smulevich pronunciate in sala prima di un lungo applauso:
Nessuno è mai morto davvero finché si tiene in vita la sua memoria