Home Ritratto di famiglia UN SUCCESSO IN MAGLIA ROSA NEL NOME DI UN UOMO GIUSTO : STAFFETTA BARTALI

UN SUCCESSO IN MAGLIA ROSA NEL NOME DI UN UOMO GIUSTO : STAFFETTA BARTALI

da Lisa Bartali

Prendo la bici, il tragitto è simile a tanti altri, ma oggi è una giornata diversa. In ricordo di uomo giusto, che ha contribuito a salvare centinaia di vite durante la guerra, ci riuniamo in Piazza Duomo a Firenze per la Staffetta Bartali. Punto di partenza davanti alla Cattedrale di Santa Maria del Fiore. La cupola del Brunelleschi immensa sopra i caschi del ciclisti, come capocchie di spilli.

Il popolo in maglia rosa rende omaggio ad un campione,

pedalando in gruppo per 15 km ripercorriamo simbolicamente quella “staffetta” a cui Gino prese parte negli anni della guerra, trasportando documenti falsi nella canna della bicicletta. “Gino Bartali – Giusto tra le nazioni“, onorificenza conferita nel 2013 dallo Yad Vashem, è la frase scritta sulla t shirt, data ad ogni partecipante. Il sole si sta alzando, è già caldo. Cerco lungo la strada qualche ciclista che viaggia nella mia direzione.

“Hei ciao, ma te che fai.. vieni alla Staffetta Bartali ?”

“Sì stiamo andando proprio lì!”

Ciclisti amatoriali dalle poderose gambe allenate, mi seguono noiosamente sulla ciclabile. Parliamo mentre a velocità, extra cittadina, attraversiamo Firenze. Non potevo scegliere modo migliore per arrivare alla Staffetta oggi, se non pedalando circondata da tre cavalieri in sella a bici da corsa rosse fiammanti.

Una pedalata dal centro storico al Museo del Ciclismo Gino Bartali.

Bella iniziativa, organizzata da UISP in collaborazione con G.S. Ciclisti Grassina, Croce d’oro di Ponte a Ema e Comune di Firenze. Da mesi si preparava l’evento, inserito all’interno della “settimana rosa” in attesa del Giro d’Italia. Pubblicizzato nel calendario del Q3 Firenze. La tappa n.11 di due giorni fa è stata dedicata proprio a Bartali ( vedere articolo relativo ). Nel salire la gradinata della Cattedrale per raggiungere le autorità mi guardo attorno:

i ciclisti si radunano a formare un gruppo rosa scalpitante nell’attesa.

Occupano tutto lo spazio tra il Duomo e il Battistero di S. Giovanni. In 150 hanno aderito alla manifestazione, tesserati e non, percorrendo un tratto che collega la città di Firenze al borgo di Ponte a Ema. Paese in cui sorge il Museo del Ciclismo Gino Bartali, destinazione della manifestazione.

Parole di introduzione da parte del Monsignor Giancarlo Corti, canonico responsabile del Duomo di Firenze, e a seguire interventi delle autorità fiorentine e dei rappresentati UISP. Presente non solo il Comitato UISP Firenze ma anche il Presidente Nazionale Vincenzo Manco. In sella alla mia bicicletta Bartali mi inserisco nel gruppo. 

Un tragitto alla portata di tutti anche di ” ciclisti urbani”.

Purtroppo non se ne vedono molti rispetto ai tanti cicloamatori con bici professionali. I ciclisti cittadini restano in minoranza. Con l’organizzazione di UISP il percorso è stato agile; è stato bloccato il traffico. Vi assicuro che è comunque fattibile anche da soli, studiando i percorsi giusti, perché l’ho fatto. Sostiamo alla Sinagoga dove ci aspetta un rappresentante della Comunità ebraica a Firenze per lo scambio simbolico della pergamena. La rete di salvataggio interreligiosa a cui mio nonno aderì fu messa in piedi dal Rabbino di Firenze, al tempo Nathan Cassuto, e dall’ Arcivescovo Elia dalla Costa.

I viali di percorrenza sono uno spasso.. tre corsie solo per noi ciclisti in maglia rosa!

Una sensazione di estrema libertà ci invade l’anima, infatti restiamo tutti in silenzio e pedaliamo più forte. Breve sosta e commemorazione in Piazza Cardinale Elia Dalla Costa. Al Museo del Ciclismo arriviamo non proprio compatti, ma in poco tempo ci riuniamo e ci guardiamo con tanti sorrisi. Ci si rilassa mentre inizia la rievocazione storica con sbandieratori e musici. Rullano i tamburi e volano bandiere davanti all’entrata del Museo. Un bell’omaggio coreografico.

Discorsi istituzionali, doverosi ringraziamenti a tutti, anche al Comitato Unitario di Ponte a Ema. Eugenio Giani consegna la targa d’argento della Staffetta in memoria di Gino Bartali al figlio Luigi.

Sono momenti unici di partecipazione sportiva e sociale.

Un format che ha avuto successo, ma per la prossima volta mi aspetto più partecipazione dei ciclisti cittadini. Percepisco tanta voglia di ricordare Bartali. In questo caso non mi resta che concludere..

TUTTO DA RIFARE!

 

 

 

 

delegato cardinalizio

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