Home Ritratto di famiglia Tappa Bartali: l’omaggio del Giro al Campione in un giorno rosa intramontabile

Tappa Bartali: l’omaggio del Giro al Campione in un giorno rosa intramontabile

da Lisa Bartali

Dopo tre settimane di eventi in ricordo di Gino è arrivato il giorno della Tappa Bartali. La mattina è calda. Calda di entusiasmo, adrenalina, energia, passione. Calda per il sole che nel cielo senza nuvole irradia il borgo di Ponte a Ema, dove nacque mio nonno. Sulla porta della sua casa natale un drappo rosa pende sotto la targa a lui dedicata. La fervida luce del giorno che sale rimbalza sulle migliaia di T-shirt rosa.

In tanti accorrono per assistere al via della Tappa Bartali.

La città è in fermento già dall’alba. Al Piazzale Michelangelo si raduna il gruppo. I curiosi si infiltrano sgomitando tra i tifosi già in prima linea. Alle centinaia di turisti ignari della corsa, oggi Firenze regala uno spettacolo in più. I corridori formano un serpente multicolore che scende il Viale dei Colli. In Via Salutati e Via di Ripoli i vecchi attendono sull’uscio. I negozianti abbassano le serrande delle botteghe e i ragazzi delle scuole si dimenano dalle finestre, ancora prima che passi la carovana.

Ponte a Ema in rosa gremita di gente.. nell’attesa l’emozione sale.

Io decido di arrivarci in bicicletta a Ponte a Ema. Il mio omaggio al nonno è questo. Alla Tappa Bartali ci vado in bici. 10 km non agili, che diventano quasi 40 minuti di tragitto. Una breve pista ciclabile lungo l’Arno mi aiuta a lasciarmi alle spalle il centro storico di Firenze. Scavalco i turisti come birilli, ma i semafori e le auto mi rallentano. Arrivo a Badia a Ripoli, poi la breve salita del Diacceto e.. un litro d’acqua per favore! Neanche il tempo di allucchettare la bici che mi prendono per un braccio per fare servizi TV, fotografie, riprese.

Scenografica una piccola delegazione di ciclostorici con bici d’epoca, appena scesi dal Piazzale Michelangelo. Anche loro ad omaggiare “Ginettaccio”. Lo stesso sarà fatto a Castellania per Fausto Coppi. Si avvicinano dei turisti Giapponesi. C’è pure la BBC.

In molti decidono di visitare il Museo del Ciclismo Bartali in tempo record,

prima dell’ora X. Credo che abbia fatto il boom di visite per l’occasione. Mancano ancora quaranta minuti. Cerco una postazione. Grande illusione, perché mi riacchiappano per un braccio per una dichiarazione flash all’interno del Museo. Che dire, quello che penso nella mia spontaneità:

una grande emozione amplificata dalla partecipazione numerosa del popolo in ROSA

Doveroso da parte di RCS a distanza di dodici anni riproporre la tappa Bartali da Ponte a Ema.  Era il 2005 l’ultima volta che il gruppo partì da Via Chiantigiana. Il borgo non è che una lunga strada: in un angolo la casa del nonno in cui abitò fino al ’40, dal lato opposto dello stradone il Museo del Ciclismo a lui intitolato.

Nel groviglio di chi cerca la postazione o ha smarrito la direzione, arrivano le auto delle squadre

La gente si esalta. Tra qualche minuto arriveranno i ciclisti. Nella festa colorata, mio padre Luigi è pronto con la bandiera per il via. La bandiera che utilizzava Gino, a scacchi bianco-neri. Le autorità istituzionali si radunano al Km 0. Il presidente Q3 Firenze, l’Ass.re Sport Firenze e quello di Bagno a Ripoli, il Sindaco di Bagno a Ripoli e poi giunge all’ultimo istante come sceso dal cielo anche il sindaco di Firenze, Dario Nardella. Presente Eugenio Giani, che per anni ha seguito da vicino le vicende del Museo del Ciclismo Bartali.

Arriva il gruppo: i fans intonano un fievole coro per Nibali.

La magia di questo momento resterà indelebile nei miei occhi per i mille colori e per i cittadini che partecipano in ricordo di Bartali. La bandiera, la sua, pronta per un altro via. Il fischio. Nella velocità i corridori non si distinguono. I colombi bianchi vengono liberati e spiccano il volo. Un simbolo di pace e di rinnovamento.

La Tappa Bartali ha inizio in un luogo carico di storia, Ponte a Ema. Piccolo borgo spesso dimenticato, che ha cresciuto Gino, lo ha aiutato in momenti difficili, lo ha incitato a riprendere la carriera quando,  dopo la morte del fratello Giulio, tutto sembrava perduto.

Don Attilio Nostro è venuto da Roma per annunciarci che presto verrà intitolato un oratorio a Gino Bartali. Campione e uomo di fede, quale esempio migliore per i giovani. Il parroco di S. Mattia a Roma ha donato all’Associazione Amici del Museo Gino Bartali un dipinto ad olio che ritrae il nonno. Proprio come lo ricordo io. Anziano, con l’inseparabile cappellino bianco e tricolore, con il suo volto rugoso in cui si legge la storia di una vita vissuta con intensità.

Una giornata di un “rosa” intramontabile.

Rosa come le ghirlande appese alle porte. Rosa come i fiori dei balconi. Come i cappellini dei bambini. Come le coccarde alla vetrina del parrucchiere. Rosa come i drappi che svolazzano dalle finestre, di cui uno riporta una frase che a un tratto mi sveglia dalla favola:

CICLISMO SENZA DOPING ?

 

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