Home Due ruote e un Diario UN LIBRO DEDICATO A GASTONE NENCINI : A TU PER TU CON L’AUTORE GIOVANNI NENCINI

UN LIBRO DEDICATO A GASTONE NENCINI : A TU PER TU CON L’AUTORE GIOVANNI NENCINI

da Lisa Bartali

Ho seguito da lontano il progetto di questo manoscritto, e con entusiasmo ho appreso finalmente della sua pubblicazione. Fresco di stampa vi presento il libro dedicato a Gastone Nencini e al suo anno glorioso, il 1960. L’autore del volume è il primogenito Giovanni Nencini, che ci racconta attraverso questa intervista, come nasce il libro e perché raccontare proprio il 1960…

Giovanni, cosa accadde nella vita di tuo padre in questo anno? Cosa rappresenta il 1960?

“Il 1960 è stato un anno importante per la vita di mio padre, da tutti i punti di vista. Per quanto riguarda la sua carriera vinse il Tour de France e arrivò secondo al Giro d’Italia, che perse per solo 28 secondi dopo aver duellato a lungo con Jacques Anquetil che si aggiudicò quell’edizione. Ma ancora di più dal punto di vista umano.

Conobbe infatti l’amore della sua vita,

mia madre Maria Pia dalla quale, proprio in quell’anno, ebbe il suo primogenito, io. E quell’amore gli dette quella serenità e quegli stimoli per ottenere i successi che lo consacrarono come il campione da tutti conosciuto. Un amore tra l’altro molto complicato, mio padre era sposato con un’ altra donna e mia madre con un altro uomo. Un amore “clandestino” quindi, e difficile, basti pensare che nel 1960 si rischiava il carcere per il reato di adulterio.”

Parlaci delle origini del manoscritto. Come è nata l’idea di scrivere questo libro ?

“Quest’anno ricorrono i 60 anni dalla vittoria di quel Tour, e ho pensato fosse interessante per gli appassionati ricordare e raccontare di quell’impresa, all’epoca solo altri tre italiani avevano vinto la Grand Boucle, Bottecchia, Bartali e Coppi. Si trattò quindi di un successo fantastico, destinato a entrare nella storia del ciclismo. Ma ho finalmente deciso di scrivere il libro quando mia madre mi ha fatto leggere le lettere che mio padre gli scrisse quell’anno dal Tour e dal Giro.

Lettere dalle quale emerge la figura di un uomo che ha sorpreso anche me, dolce e innamorato. Ho pensato allora che fosse interessante scrivere sì di quel Tour, ma anche di quell’amore così sofferto, vissuto in una Firenze di cui conservo ancora qualche ricordo, una Firenze popolare e bellissima. Siamo abituati a vedere un atleta e un campione attraverso le sue imprese, a me premeva anche

raccontare dell’uomo, della sua forza interiore e delle sue debolezze,

delle sue fragilità, e di come la vita privata e i suoi stati d’animo siano determinanti per i suoi successi e gli insuccessi della sua carriera.

nencini-1960

Tour-1960

Nel libro si parla di sport e vita privata di Gastone. Le due cose non sono sempre facili da coniugare per un atleta. Cosa racconti in proposito nel testo? Cosa ne pensi..?

“Il libro si dipana su due binari paralleli: quel Tour raccontato da un vecchio reporter che seguì quell’edizione, ad un giovane collega, e quella di quell’amore, dei primi incontri, dei primi appuntamenti, con la pubblicazione tra l’altro delle lettere scritte da mio padre. Le due storie si intrecciano continuamente, proprio a sottolineare quanto la vita privata possa incidere, in questo caso, su un successo così importante.

I due giornalisti sono francesi, Auguste e Armand. Auguste è un vecchio reporter veterano del Tour de France, e narra qual Tour ad un giovane giornalista, Armand, che è alle prime armi del mestiere. I due si ritrovano in Provenza, e su tutto incombe, come un fantasma, il Mont Ventoux, Il monte, la salita più terribile del Tour de France. Alla fine del racconto Armand salirà lassù, sulla cima del Ventoux, quasi come un atto purificatorio, un modo per rendere omaggio a tutti quei corridori che hanno sofferto su quella salita ma non solo, che hanno patito sulle strade del Tour.

Gastone Nencini e Gino Bartali sono stati due grandi ciclisti italiani. Cosa avevano in comune oltre l’aver percorso le stesse strade polverose e suggestive della nostra Toscana?

Mio padre e Bartali erano molto amici.

Mi ricordo con piacere e nostalgia una volta che il babbo mi venne a prendere a scuola insieme a Gino. Erano spesso insieme. Sicuramente avevano in comune il fatto di essere toscani, due uomini concreti quindi, forti di carattere, ma leali e sinceri. Sicuramente Gino era più ciarliero di mio padre, che aveva un carattere più riservato, e insieme si trovavano bene, si prendevano spesso in giro con Gino che rimproverava al babbo di aver fatto poco la vita da atleta, dicendoglielo ovviamente in modo molto “colorito”. In corsa poi erano due atleti che non si tiravano indietro di fronte a nulla, non avevano paura di niente, e che proprio nei momenti di difficoltà sapevano trovare le energie per risollevarsi. Due grandi campioni e due grandi personaggi.

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Quali sono le iniziative inerenti al libro ? Ci saranno date, anche se da confermare, di presentazione del manoscritto. Dove è possibile acquistare il volume?

Avevo previsto diverse occasioni di incontro per presentare il libro. Purtroppo con il problema del Corona Virus tutte le iniziative programmate in marzo e aprile sono saltate. Ora mi dovrò organizzare per i mesi successivi. Il libro sarà comunque presente nelle librerie dal 6 aprile e dalla stessa data in tutti i supermercati e ipermercati Coop della Toscana.

Dal 6 Aprile potrete acquistare il libro Sulla cresta dell’ onda – Gastone Nencini e quel 1960. Un manoscritto che vi farà rivivere la vittoria del Leone del Mugello al Tour e lo sbocciare di un grande amore vissuto nella Firenze degli anni ’60. In trepida attesa…!

 

Di più su Giovanni Nencini nel mio articolo Bici vintage nel dna: Bikes Retrò di Giovanni Nencini

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Gastone Nencini Tour de France

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2 commenti

Michele Taffuri 24 Ottobre 2023 - 0:03

Leggo con gran piacere e interesse di questo lavoro di Giovanni, primogenito di Gastone. Mio fratello Antonio, primogenito, mi avviò all’amore per il ciclismo e mi passò il libro scritto da Gino Bartali che lessi con avidità. Poi con l’arrivo della televisione si seguivano tutti gli avvenimenti sportivi in particolare il ciclismo di cui Antonio era un arbitro delle gare dilettantistiche che si svolgevano in Campania. Ricordo la cinquecento Fiat che ci portò sbuffando sotto Montevergine arrivo di una tappa del giro e noi tutti tifavamo Gastone che non andò molto bene quella volta. Un’altra un arrivo in volata con Rik Van Loy e vinse sospendendo tutti proprio Gastone. Questo per raccontare qualche episodio sul nostro parteggiare per Gastone.

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Lisa Bartali 24 Ottobre 2023 - 8:49

Grazie per avere condiviso i suoi ricordi e per avere letto il mio articolo!

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