Non avevo in mente di acquistare alcuna bicicletta vintage, inizialmente. Quando, tramite il blog, qualcuno mi contattò interessato a vendere qualche bell’esemplare marchio Bartali della sua collezione. Sulle mie bici da corsa anni ’70 già scrissi un paio di articoli sul restauro, entrambi particolarmente apprezzati – cliccate qui per la Bartali restauro conservativo e qui per la Bartali stilosa rimessa a nuovo!
“Lady Bartali” è la mia bicicletta vintage anni 50 : una signora di classe!
Una vero gioiello d’epoca. Tutte le componenti sono marchiate col nome Bartali: parafanghi, cerchi, freni, carter, pedivelle, leve dei freni, manubrio, stringisella. Addirittura anche i bulloni hanno le iniziali incise: G e B. La bulloneria proveniva dalla stessa ditta da cui si riforniva la Bianchi. In termini di valore, questa bici è superiore alle due Bartali da corsa anni Settanta. Come mi spiega Fabio del team Pedale Vintage 4G Firenze che ha restaurato la bici “trovare biciclette d’epoca da passeggio è più difficile rispetto a quelle da corsa, le più diffuse. Con il marchio Bartali ancora più raro, perchè hanno avuto una produzione di nicchia”. Mi rendo conto, aprendo un sorrisone non trascurabile in faccia, di aver fatto un buon affare! Partiamo già con una buona notizia:
la bici conserva, per la maggior parte, tutti elementi originari dell’epoca.
Il telaio, produzione della Santamaria di Novi Ligure, viene verificato. Sì, si può recuperare, non ci sono crepe o altri danni. Smontando il tutto con pazienza Fabio nota che all’interno c’è scritto proprio l’anno di fabbricazione, 1957. Considerate le condizioni del telaio, e la vernice dai colori tortora e azzurro ( solo leggermente sbiaditi ), optiamo per un restauro di tipo conservativo. La prima cosa che si nota, perché stona parecchio, è la sella. Col tempo la sella di pelle si deve essere usurata. Infatti è stata sostituita con una sella in gel moderna. Recuperare le componenti che hanno modificato lo stato originario della bici, è però un step successivo!
Prima cosa : smontare pezzo per pezzo e minuziosamente ripulire dalla ruggine.
Nelle foto vedrete che nonostante il buono stato, la bici ha accumulato, insieme ai suoi anni, tanta ruggine e polvere. La parte del lavoro di pulizia è quello meno divertente, ma essenziale per riqualificare la bici e darle una nuova vita. La fase che segue è la valutazione delle componenti non recuperabili, spesso troppo usurate o non originarie. I cerchi di ferro non sono affatto in buono stato. Sotto indicazione di Fabio decidiamo di sostituirli con dei cerchi identici, sempre con la scritta incisa Bartali – Nisi, ma in alluminio. “L’alluminio era già un’alternativa al ferro che veniva proposta in quel periodo, perciò si è comunque rispettato lo standard degli anni ’50 ”
La forca era stata incidentata, infatti si presentava leggermente piegata. E’ stata quindi messa in morsa. Alla mia bicicletta vintage mancava totalmente il para-gonna, che con i voluminosi abiti a ruota di quel tempo, era indispensabile. Questo elemento poteva essere di nylon o di corda. Siamo riusciti a recuperarlo di nylon: coloratissimo e bello da vedersi! Tutti accessori non facili da recuperare. Bisogna andare a giro in tutta Italia per mostre scambio e fare caccia su internet.
La sella, come dicevamo, è tornata la sua originaria in vera pelle. Così’ come il campanello Bartali. Tutto il resto è stato revisionato, pulito e rimontato. La dinamo era piena di incrostazioni, adesso è di nuovo funzionante!
E la lampadina è stata sostituita, ma seguendo lo stile del tempo, di vetro soffiato.
La luce è più soffusa e gialla, proprio tutto come 60 anni fa! I pattini del freno erano buoni ma la gomma troppo indurita quindi è stata restaurata con varie accortezze e poi levigata con della carta vetrata. Le manopole sono in osso e ben conservate. E’ bastato svitarle e ripulirle. Straordinariamente intatto sia lo stemma in ottone al centro del manubrio che riporta il marchio, sia lo stemma centrale sul telaio con la figura di Gino. Gli azzurri “dipinti a mano” sul carter e parafanghi sono purtroppo sbiaditi, ma non valeva la pena ritoccarli se non insieme alla vernice stessa del telaio.
Perché il restauro conservativo e non rimettere a nuovo la bici riverniciandola? Fabio segue la sua filosofia: “Per me è sempre meglio il restauro conservativo, se possibile. Ci sono delle biciclette su cui il tempo è passato, e poi lì si è fermato. Se dovessi ridipingere e cambiare ogni pezzo, la bici perderebbe quel fascino di vissuto! Inoltre la spesa del restauro conservativo è più contenuta. Sabbiare e verniciare il telaio ha un costo alto, oltre al dover riacquistare tutti gli elementi per dare alla bici un aspetto uniforme e nuovo.
50 ore di lavoro e di passione, per una bicicletta vintage di lusso!
Questo è un modello prezioso, costruito in Italia con buoni materiali e tutto marchiato, che un tempo costava parecchio. E’ di gran lunga migliore, a livello di finiture, rispetto alla Bartali da corsa versione economy. Uno sfizio per pochi, che rendeva la bici ancor più lussuosa, era l’aggiunta del cambio simplex. In quel caso veniva montato un diverso tipo di carter. Nella mia bici è chiuso ambo i lati.
Orgogliosa di questo pezzo quasi da Museo, l’ho voluto utilizzare per lo shooting fotografico dei miei accessori Biciclettami ® . Ho provato la bici in città, ma la uso occasionalmente. E’ comodissima e ha una pedalata piacevole anche senza cambio. Non ha nulla da invidiare alle bici attuali, che forse anzi, hanno perso in eleganza. Grazie a Fabio, che si è preso cura di questo gioiello vintage, facendolo tornare a splendere.
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4 commenti
E tutto bello e ben fatto ma la sella in gel è un vero cazzotto in un occhio cercando o restaurando la vecchia sella… era meglio
La sella è di pelle
Ho avuto in regalo una bici uguale. Vorrei restaurarla ma dove vivo (Taranto provincia) non ho trovato qualcuno disponibile. Mi sa consigliare?
Bel lavoro. Complimenti . Ho anche io una bici lady Bartali e sto cercando il codice colore per restaurarla. Mi può aiutare a trovare il codice colore? Grazie