Home Due ruote e un Diario NATALE IN BICICLETTA: STRADE E PROFUMI DI FIRENZE

NATALE IN BICICLETTA: STRADE E PROFUMI DI FIRENZE

da Lisa Bartali

Il Natale inizia a farsi “presenza” con addobbi e profumi già da Novembre, il solito mese di anticipo. Mentre i panettoni erano già sugli scaffali del supermercato non appena esaurite le zucche di Halloween! Io quest’anno, clamorosamente in ritardo, ho preso la mia bartalina il 24, la vigilia, per compiere una missione speciale che si ripete ogni dicembre: riscoprire i

profumi del Natale in bicicletta.

In bici ci sono certe sensazioni e percezioni che si vivono in modo amplificato. Le immagini scorrono veloci tra una ghirlanda scintillante e il via vai delle auto, ma l’unicità della bicicletta consiste nel potersi fermare a piacimento. Magari per salutare un amico che sbuca dietro l’angolo, per ammirare una chiesa o forse per un rapido sguardo ai banchi del mercato.  E poi, visto che sotto le feste siamo un po’ tutti a caccia di regali natalizi, la bici si rivela un ottimo strumento per fare acquisti: cibi a km 0, liquori tipici, artigianato locale, collant e pantofole in merceria, il libro infiocchettato che sbirci dalla vetrina… Insomma si trova di tutto, evitando la calca nei grandi centri commerciali!

Sosta-in-Piazza-Santa-Trinita

Sosta-in-Piazza-Santa-Trinita

Anche I rumori, mentre pedaliamo, sono onde sonore amplificate che risucchiano i nostri sensi. D’inverno parzialmente contenuti dal cappellino termico sotto il caschetto o dagli immancabili paraorecchie, i rumori della strada s’infiltrano nel nostro tragitto. Pedalo sul Lungarno Vespucci e alla mia destra i ragazzi usciti da scuola schiamazzano appollaiati sui muretti. Mi accorgo che adoro pedalare lungo questo specchio d’acqua in cui sempre mi cerco. Oltrepasso le voci del concierge dell’Hotel Excelsior, e il cinguettio snob dei turisti che sbevazzano al St. Regis bar.

Certo non manca il trafficare subdolo dei taxi che si fanno largo per le intrecciate viuzze medioevali. E la solita corrozza, (sì quella con i cavalli veri!) è laggiù che ravviva col suo scalpitio la Via de’ Tornabuoni. Ma di gran lunga, quel che mi rimane più addosso quando vado in bici a Firenze

sono gli odori e i profumi della mia città

Gustarsi la magia del Natale in bicicletta, perlustrando “olfattivamente” la strada, è una sensazione rilassante. Smog a parte, che purtroppo regna sovrano e in costante aumento ( pari ai danni violenti sulla nostra salute!), la città ci regala profumi unici. Ad ogni angolo fa capolino un odore, che associo di conseguenza ai miei percorsi, oltre che a certi ricordi o stati d’animo. L’ Oltrarno o Diladdarno , dove ho vissuto e anche lavorato per un discreto periodo, è il mio quartiere adorato. Come si dice .. c’ ho lasciato il cuore!

Piazza-Repubblica

Locale-storico-Giubbe-Rosse-

Ed ecco che ricordo perfettamente tutti quei magici odori che la mattina sentivo nel mio tragitto casa – lavoro.  Quando abitavo un po’ più lontano, quasi in periferia, ricordo il profumo delle foglie di tiglio inumidite dalla pioggia mentre viaggiavo sulla pista ciclabile. Viaggiando verso il centro gli odori si facevano più pungenti e vari. La colazione da Marino al Ponte alla Carraia, con quel profumo di cornetti alla crema appena sfornati, era un ottimo modo per iniziare la giornata. Lo zucchero ti restava nelle narici finché non arrivavi alla porta d’ufficio. E poi in Via della Chiesa e viuzze limitrofe, correvo forte in bici per lo sprint finale e sulla pelle, specialmente d’estate,

mi restava appiccicata quell’aria di bottega, di cose vissute.

Ma anche di stoffa e di pellame conciato. Ed ora che è Natale, la gente non si risparmia in dolci e caffè. In ogni strada è: cialda croccante, crepes alla nutella, biscotti di mandorle, caldarroste. Viaggio in bici e continuo il mio percorso sensoriale nel cuore di Firenze, di quà d’Arno. In Piazza Strozzi non sento alcun particolare profumo a parte… patatine fritte! Mi volto. Dev’essere il giubbotto di un tizio uscito dal fast food.

A narici aperte riscopro la mia città illuminata e inebriata di odori, anche casuali, che ogni anno ritornano.

Il sintetico delle ghirlande finte fuori dai negozi, l’odore delle eco pellicce leopardate delle ragazzine, la naftalina sui cappotti delle vecchiette incipriate. E poi tutti quegli eau de parfum, eau de toiltette, after shave pregiati e deodoranti di marca che indossa la gente. In particolare quella gente che esce dalle boutique con grossi fagotti e buste sproporzionate, e quelle donne che non hanno mai il senso della misura e, a gran rumore di tacchi a spillo sui sampietrini, scavalcano la massa.  E, tornando ai rumori, ce ne sono tanti soprattutto a Natale. La gente impazzisce per le vie dello shopping.

bicciletta-fuori-da-un-ristorante

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File di giapponesi fuori da Moncler, digitano ossessivamente una serie di click fotografando il vuoto. Le poche biciclette viaggianti insieme a me, sgusciano di strada in stradella sfiorando gli indumenti e le buste agitate dei passanti. Le biciclette Mobike, parcheggiate fuori dai locali e rosse come gli addobbi e i led, sono silenziose invece. Sembrano complementi d’arredo urbano. Le voci dei turisti alla Rinascente si fondono con quelle degli ambulanti, uno di fatti mi nota e insiste per vendermi dei bracciali. “No. Io cercavo solo un’edicola!”. La trovo finalmente,  ma non ha la rivista che cerco. Strabocca di souvenir e cartoline. E per questi viali scintillanti di palle dorate appese al cielo, tra i faretti di Dolce & Gabbana e i diamanti di Cartier, il mix di sensi (odori, rumori e immagini)

mi suggerisce che il Natale qui è:  lusso e consumismo.

La-Rinascente-addobbata-226x300

La-Rinascente-illuminata

Questa mia percezione che si trasforma in pensiero, spegne (nei miei occhi) ad una ad una le magnifiche luminarie della Rinascente. Il pensiero si concretizza. Preferisco l’Oltrarno: botteghe artigiane, fornai, biciclettai, rigattieri, mercatini rionali, gioielli antichi, gallerie d’arte, tavernette, microscopici lounge bar, librerie, antiquari. Svolto alla prima a destra e nei miei occhi torna la gioia. L’insegna del Cinema Odeon è accesa! Cerco la mia bici. Le rastrelliere davanti sono sovraccariche e deformate. Un asiatico dal viso marroncino e vestito di scuro mi segue. Ah sì ho capito… vuole che gli ceda il mio posto alla rastrelliera.

Allora, è proprio ora di tornare a casa??

Cinema-Odeon

Cinema-Odeon

Pare di sì. Ho visto abbastanza addobbi, ascoltato sufficienti rumori e annusato il Natale in città. Ma qualcosa manca! L’odore delle pagine dei libri nuovi e il profumo di un tè fumante con la mia migliore amica.

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