Home Due ruote e un Diario L’IMPRESA DELLA NOVA U.V.I. : LA RIEVOCAZIONE DELLA PRIMA TAPPA DEL GIRO 1909

L’IMPRESA DELLA NOVA U.V.I. : LA RIEVOCAZIONE DELLA PRIMA TAPPA DEL GIRO 1909

da Lisa Bartali

Era il 13 maggio 1909 quando ebbe inizio il Giro d’Italia. Partecipanti 127 corridori. Solo 49 riuscirono a terminare la corsa. Il Vincitore fu Luigi Ganna, il “Re del fango”. Soprannome che ci regala un’ immagine impavida del suddetto ciclista, un dominatore delle più aspre avversità climatiche. La Nova U.V.I., composta da arditi ciclisti pronti a sfidare i 397 km di corsa, si è riunita il 13 maggio di quest’anno nel punto esatto, all’ora esatta in cui la prima tappa del Giro partì.

Piazzale Loreto a Milano. Ore 2, 53. In corsa nella notte,

con scarsa illuminazione, si rivive il tragitto della Milano-Bologna del 1909. Milano – Bergamo – Brescia – Verona – Vicenza – Padova – Ferrara – Rovigo -Bologna.  Le regole sono rigide, nel rispetto di quell’identità storica della prima tappa del Giro. Le biciclette dei partecipanti sono rigorosamente antecedenti al 1909. Il vestiario è il più fedele possibile all’epoca: maglie di lana, berretti, guanti di pelle e corda, borselli di cuoio. Sei rifornimenti in tutto il percorso, con cibo genuino, pollo e banane al posto di integratori.

I nostri “eroici”, lasciano il buio e nell’alba continuano a pedalare sulla strada, quella di 108 anni fa!

Ci si scambia due parole, due risate ripensando al giorno prima. Al venerdì della punzonatura a Milano. Alla cena conviviale tra amici, organizzatori e.. un ospite inusuale. Nel mezzo della cena, un uomo barbuto si alza e si presenta: “Piacere, Luigi de Gregori”. Fratello del celebre cantautore Francesco de Gregori, non solo, un grande amante della bicicletta. Dopo alcuni aneddoti, tira fuori la sua compagna di vita; una chitarra acustica, insieme al “collega” amplificatore.

Inizia ad intonare la ballata folk ” Il bandito e il campione”,

dedicata a Costante Girardengo e al suo concittadino, l’anarchico Sante Pollastri. Scritta insieme al fratello Francesco, ormai sono note familiari, ma inaspettate alla vigilia della grande rievocazione! E dopo aver riposato solo 5 ore, per i nostri temerari, inizia l’avventuroso viaggio su bici d’epoca con il pignone fisso e il freno a tampone. Niente borracce, solo qualche bottiglia di latta, e alle spalle i dovuti allenamenti per sopportar la fatica, mitigata da forti sensazioni di entusiasmo. L’energia che emana la gente di Verona, è il loro doping. Appena sfiorate le porte della città vecchia, ad aspettare il gruppo, una folla esplode in incitamenti ed applausi. E si riparte.

Il Ristoro di Padova è organizzato dalla stessa società della prima tappa Giro 1909  “S.C. PADOVANI”.

I 13 partecipanti affrontano i 397 km tra imprevisti tecnici, come varie forature, e sfortuna meteorologica. Scoppia un temporale mentre i ciclisti arrivano a Ferrara, ma nonostante le insidie del maltempo si va avanti e la gente già riversa sulle strade a festeggiare la squadra del Ferrara passata in serie A, festeggia anche il gruppo dai volti affaticati che si rinfrescano di sorrisi.

Finalmente l’arrivo a Bologna dopo 18 ore di pedalata!

20 ore in totale tra il tragitto e i ristori. Partiti alle 2, 53 di notte e arrivati alle 23 del giorno seguente. Un’ impresa da impavidi, fatta di “voglia” di mettersi in discussione, di affrontare i limiti e superarli. La passione per la bicicletta che si allaccia all’anima come colla, e incide nel cuore un’indimenticabile emozione. Ci si sente vicini ora, a quel lontano 1909. A quel Ciclismo genuino e faticoso.

La prima cosa che pensai, quando quella sera a cena la NOVA U.V.I. mi parlò della rievocazione della prima tappa del Giro, fu : “Che pazzi! …Che grandi”. Sfidare sé stessi, trovare la forza. Lottare contro le proprie ombre, i proprio limiti, per arrivare al traguardo. Anche la pazzia, alla fine, è qualcosa di molto soggettivo. “Stay hungry, stay foolish!”

 

 

 

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2 commenti

France 29 Giugno 2017 - 22:48

Addirittura il live a sorpresa del così detto Luigi Grechi! Che ganzata!

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Lisa Bartali 29 Giugno 2017 - 23:09

Bellissimo aneddoto..impresa storica

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